Netanyahu a Capitol Hill Dove non arriva la diplomazia arriva la forza Benjamin Netanyahu nel suo intervento al Congresso statunitense è stato spesso interrotto dalle standing ovation di deputati e senatori. Ai repubblicani che controllano le assemblee è piaciuta, molto, la condanna israeliana dei negoziati in corso sul programma nucleare iraniano. “Un accordo terribile”, perché secondo il premier dello Stato ebraico è tale da consentire a Teheran di avere presto a disposizione un'arma nucleare. L’ayatollah Khamenei appena può scrive sempre su twitter, in inglese che Israele deve essere distrutto. Per cui se la Repubblica islamica riuscisse a costruire la bomba, altro che Isis. Israele ed il mondo intero dovrebbero confrontarsi con questa minaccia. Attenti a lasciare Israele, solo, ha detto Netanyahu, perché dovrebbe reagire con la forza necessaria. Non ha funzionato la sortita all’ultimo minuto di Barack Obama che ha proposto di congelare il negoziato per altri dieci anni. Netanyahu vuole invece che si raggiunga un accordo migliore sul programma nucleare e che lo si faccia il prima possibile. Netanyahu ha anche chiesto all’America di non farsi illusioni a riguardo di Teheran: egli resta convinto che “la lotta dell'Iran contro l'Is non lo fa diventare un amico degli Stati Uniti. Sia l’Isis che l’Iran vogliono creare un impero islamico prima nella regione e poi in tutto il mondo. E’ la questione più delicata, perché se mai l’America cercasse di trovare in Theran un’alleato strategico contro l’Isis, secondo il premier di Gerusalemme sbaglia i suoi conti e si avvierebbe ad un fallimento. Una volta sbarazzatosi dell’Isis, l’Iran dotato del nucleare, diverrebbe un nemico molto più pericoloso. A Capitol Hill si è mostrata dunque in tutta la sua ampiezza questa crisi tra lo Stato ebraico e la Casa Bianca .Questo non significa però che si arrivi anche a consumare uno strappo. Le parole di Netanyahu a proposito sono state quanto mai eloquenti. Egli ha comunque ringraziato il presidente Usa per l'appoggio dato a Israele: “So che voi siete con Israele”, ha detto. “E apprezzo quello che il presidente Barack Obama fa per Israele. Gli sarò sempre grato per l'appoggio che ha dato”, ha aggiunto. Ancora più forte il sodalizio con il Congresso, definito “il più importante organo legislativo al mondo”, che ha sostenuto "anno dopo anno, decennio dopo decennio”, lo Stato ebraico. Sono punti di forza difficili da mettere in discussione. I ringraziamenti all’ America da parte du Israele non sono di rito. Netanyahu ha ricordato come il rapporto fra Stati Uniti e Israele “deve restare sopra la politica”, e questo perché “condividiamo lo stesso destino di terra promessa”. C’è una missione della democrazia occidentale da compiere anche in medioriente, dove solo Israele offre garanzie sufficienti. Obama ci rifletta, perché dove non arriva la diplomazia, arriva la forza. Roma, 4 marzo 2015 |